Riuscite a vedere i raggi ultravioletti o gli infrarossi ad occhio nudo? Potete sentire con le vostre orecchie gli ultrasuoni? Siete capaci di vedere senza microscopio elettronico il nucleo delle cellule? Gli esempi di ciò che esiste…, ma che non si “vede” (grazie all’avanzare delle nuove tecnologie) rischia di essere molto lungo.
E’ scientificamente dimostrato che l’essere umano non è capace di percepire e di comprendere tutto ciò che esiste in natura a causa dei limiti dei propri organi di senso e per il fatto di non poter immagazzinare ed elaborare tutte le informazioni disponibili nell’Universo.
L’uomo ogni giorno raccoglie il maggior numero di dati utili dal mondo esterno (percezioni) e dal mondo interno (sensazioni) per poi costruire nella propria mente una RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA’ che ovviamente non coincide affatto con LA REALTA’ ASSOLUTA.
Come in un film in 5D (una dimensione per ogni organo di senso), l’individuo si rappresenta la PROPRIA REALTA’ (potremmo dire il proprio “film”) dell’attimo che sta vivendo in quel preciso momento.
Talvolta questo film è comico, altre volte è drammatico, altre ancora è romantico, storico, autobiografico, eccetera.
Ma siccome non ha la possibilità di costruirsi altre realtà, la persona fa affidamento sulla PROPRIA come se fosse l’unica, LA REALTA’.
Il compito di una buona psicoterapia è quello di aiutare il paziente a comprendere come funziona la psiche, in particolare come sono collegati i pensieri agli stati d’animo, le emozioni ai nostri comportamenti e, soprattutto, come l’essere umano non può esimersi dall’attribuire dei significati agli eventi della vita mediante il meccanismo dell’interpretazione.
Inoltre, lo psicoterapeuta dovrebbe “dare” degli strumenti psicologici (precedentemente collaudati in prima persona) al paziente in modo che lui possa imparare ad interpretare gli eventi della vita in una maniera più sostenibile e funzionale.
Per far ciò, il terapeuta deve essere adeguatamente formato ed esperto per diversi motivi: innanzitutto perché deve essere in grado di instaurare col paziente una relazione empatica, sapendo che questi potrà proiettare su di lui le proprie dinamiche psicologiche di riferimento (per esempio il suo rapporto con suoi genitori).
Inoltre deve saper riconoscere la rappresentazione mentale altrui senza confonderla con la propria. Non è compito del terapeuta dare consigli o influenzare le scelte dell’assistito, ma semmai riflettere insieme sui significati che le medesime scelte possono avere dentro di lui.
Lo psicoterapeuta dovrà sempre far riferimento al proprio codice deontologico (per esempio il segreto professionale) ed al setting terapeutico (orari e luogo delle sedute, modalità e tempi della comunicazione, accordi economici, eccetera) che sono imprescindibili per la buona riuscita della terapia.
Infine, raggiunti i risultati desiderati, dovrà essere in grado di accompagnare il paziente verso il termine della terapia per invitarlo a “camminare” sempre più da solo evitando che si instauri una dipendenza psicologica verso il terapeuta.
Le correnti di pensiero e le scuole di formazione di psicoterapia sono moltissime. Se ne contano almeno venticinque. Ognuna di esse tende a creare, nella mente del paziente, una rappresentazione che sia compatibile con le proprie teorie ed i propri studi.
La cosa importante non è dunque il tipo di psicoterapia, ma la qualità del terapeuta con particolare riferimento alla aderenza al suo codice etico ed alla capacità di mantenere il setting terapeutico.
Una buona psicoterapia (sia che si faccia riferimento al processo di Individuazione di Carl Jung, al Genitore Normativo della Analisi Transazionale, alla teoria dell’Attaccamento di Bowlby, alla Self-Theory di Rogers, alla consapevolezza della Gestalt o la Modellamento di tipo Cognitivo-Comportamentale) permette al soggetto di creare autonomamente una migliore rappresentazione mentale della realtà rispetto a quella che aveva prima del trattamento.