Hai mai conosciuto una persona che alterna più volte all’anno periodi (più lunghi) in cui presenta veri e propri stati depressivi (umore triste, scarsa motivazione, pianto facile, scarsa cura di sé, eccetera) ad altri (decisamente più brevi) in cui sembra eccessivamente “felice”, iperattivo, dorme e mangia meno ed effettua spese eccessive ed inutili?
Se l’individuo in questione, nella fase di “felicità” non si rende pienamente conto che c’è qualcosa di “strano” nei suoi comportamenti e riferisce che invece tutto è “OK”, mostrando insofferenza ed aggressività (almeno verbale) nei confronti di chi prova a fargli notare le grosse differenze dei suoi comportamenti, allora è molto probabile che siate di fronte a quella che un tempo era definita malattia Maniaco-Depressiva che oggi si chiama invece Disturbo Bipolare.
In questi casi, contattare il Medico di Base ed uno Specialista Psichiatra è d’obbligo. Se non adeguatamente trattata, questa patologia può portare a gravi conseguenze sia per la persona in oggetto che per i suoi cari.
Episodi di aggressività fisica in famiglia, tentativi suicidari e ricoveri coatti (i famosi TSO, Trattamenti Sanitari Obbligatori) talvolta si verificano proprio in occasione di una fase depressiva o maniacale di un Disturbo Bipolare.
La terapia farmacologica è inevitabile. I farmaci d’eccellenza per questi pazienti sono gli STABILIZZANTI DEL TONO DELL’UMORE dei quali i più importanti sono i SALI DI LITIO.
Oggi esistono altri stabilizzanti del tono dell’umore (quasi sempre facenti parte della categoria degli ANTIEPILETTICI) e non raramente, in queste circostanze, è necessario prescrivere un’associazione con farmaci neurolettici, antidepressivi ed ansiolitici.
Da questa patologia, che colpisce il 1-2% della popolazione, è molto difficile guarire. Avere in famiglia altre persone con questo disturbo aumenta notevolmente il rischio di ammalarsi. E’ invece possibile CURARE la persona (soprattutto con la farmacoterapia) con l’obiettivo che ritorni a tutte le attività in cui era impegnata prima dell’esordio della malattia in maniera assolutamente adeguata.
Talvolta è consigliabile un percorso di psicoterapia col l’obiettivo di rendere il paziente più consapevole del proprio disturbo con la conseguente accettazione di cure e controlli clinici periodici.